Parlamento europeo approva tassa su transazioni finanziarie
Parlamento europeo approva tassa su transazioni finanziarie

Il parlamento europeo di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Segue …

E’ un primo passo verso l’introduzione dell’Agenzia Europea per il debito pubblico, per la trasformazione di una parte dei debiti nazionali in eurobonds e per sostenere investimenti europei in ricerca ed innovazione

Il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato a larga maggioranza (529 favorevoli e 127 contrari) in plenaria una risoluzione in cui sostiene l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF). E’ di particolare importanza il fatto che il Parlamento ha segnalato che, nel caso in cui non si riuscisse a trovare un consenso a livello globale su questa proposta, l’Unione Europea dovrebbe andare avanti da sola. Secondo il testo della risoluzione, la TTF va adottata ”senza ulteriori ritardi”.

La campagna italiana per la TTF da tempo sostiene la fattibilità tecnica e gli enormi vantaggi che questa proposta comporterebbe, anche se introdotta unicamente nell’Unione Europea o nell’area euro. 

Questo voto è una conferma politica della massima importanza ai numerosi elementi tecnici che sostengono questi argomenti. Una TTF europea costituirebbe anche un segnale di grande forza per una sua successiva introduzione su scala globale.

Il governo italiano fino a oggi ha sostenuto che la tassa si potrebbe implementare unicamente su scala globale. Il nostro Paese, anche alla luce del voto odierno in Europa, è ora chiamato a fare la sua parte, e a seguire l’esempio della Germania, della Francia e delle altre nazioni europee che da tempo sostengono con forza l’introduzione in tempi brevi della TTF, per frenare la speculazione selvaggia e la finanza casinò e per generare risorse da destinare al welfare, alla cooperazione internazionale, alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Il voto al Parlamento europeo riguardava in particolare un rapporto su meccanismi finanziari innovativi che era stato presentato nelle Commissioni competenti nei mesi scorsi, a firma della parlamentare greca Anni Podimata, e che sosteneva con forza la necessità di introdurre una TTF su scala globale, o, in caso di mancato consenso, in Europa. Si è votato anche su un secondo rapporto, presentato dalla parlamentare francese Eva Joly e dedicato alla necessità di migliorare le entrate fiscali, di combattere l’evasione fiscale e le pratiche fiscali dannose. Anche questo secondo rapporto citava la TTF in maniera estremamente favorevole, come misura per frenare le operazioni finanziarie meramente speculative e per generare reddito.

Di "voto storico" parla David Sassoli, capo della delegazione democratica al parlamento Europeo. "dal voto odierno scaturisce una indicazione politica chiara – spiega Sassoli -. il Parlamento europeo e i cittadini chiedono che venga introdotta in Europa una tassa sulle transazioni fianziarie. Si tratta di una imposta dello 0,05% che non grava sui cittadini – consumatori e correntisti – ma sulle società finanziarie. La misura consentirà di avere a disposizione 200-300 miliardi di euro all’anno da investire in lavoro e sviluppo. E, inoltre, di far partecipare con solidarietà la finanza al superamento di una crisi che proprio la finanza ha provocato".

"L’approvazione della risoluzione per l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie speculative da parte del parlamento europeo segna una svolta culturale e politica importante". Lo afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria del Pd.
"L’intenso lavoro del gruppo dei democratici e dei socialisti e la convergenza – prosegue Fassina – di parlamentari del Ppe e di rappresentanti del gruppo liberale, impone ora alla Commissione e al Consiglio europeo di dare seguito operativo alla proposta. Chiediamo al vice-presidente Tajani e al governo italiano di dare il massimo supporto all’iniziativa. La tassa sulle transazioni speculative consente di frenare le operazioni più speculative e di reperire risorse per finanziare investimenti per lo sviluppo sostenibile e per la cooperazione internazionale in una fase di grandi trasformazioni sulla sponda sud del mediterraneo".

"E’ un primo passo – fa notare l’esponente del Pd – verso l’introduzione dell’Agenzia Europea per il debito pubblico, per la trasformazione di una parte dei debiti nazionali in eurobonds e per sostenere investimenti europei in ricerca ed innovazione. E’ un’occasione da non perdere".

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