La Germania rilancia sulla Tobin tax
La Germania rilancia sulla Tobin tax

La cancelliera tedesca Angela Merkel in conferenza stampa con il presidente francese Nicolas Sarkozy: “Ci battiamo da anni per la tassa sulle transazioni finanziarie. Convinceremo tutti i paesi dell’Unione, anche se la Gran Bretagna non è d’accordo”.

"Combattiamo da anni per la tassa sulle transazioni finanziarie". Se la Gran Bretagna continua a essere contraria, "convinceremo gli altri 26" paesi dell’Unione. A dirlo è la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino durante la conferenza stampa con il presidente francese Nikolas Sarkozy, annunciando anche che il vertice europeo previsto a marzo per il patto di bilancio sarà anticipato alla fine di gennaio. Sarkozy, dal canto suo, ha annunciato che il trattato sulle regole di bilancio degli stati dell’Unione europea sarà firmato il 1 marzo. A suo giudizio, la priorità oggi è "la crescita, l’impiego e la competitività a livello europeo".

La sollecitazione del duo franco-tedesco arriva giusto poche ore dopo la precisazione del premier italiano Mario Monti, che ieri sera in diretta tv ha detto: "Siamo disponibili a introdurre la Tobin Tax". Il dibattito intanto è ripartito anche in Italia, con Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, che dice di non avere "obiezioni di principio", ma che può "essere praticabile in modo serio solo se viene praticata da tutti i principali paesi che hanno piazze finanziarie". Dello stesso parere il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario: "Per il nostro Paese rappresenterebbe senz’altro un freno alle speculazioni a breve termine".

COS’E’ LA TOBIN TAX? L’economista americano James Tobin nel 1972 nel corso di una conferenza all’Università di Princeton propose una tassa da applicare a tutte le conversioni di valuta effettuate a breve termine, con il solo scopo di fare soldi sfruttando il sistema dei tassi di cambio. Pensava infatti che fosse necessario un meccanismo per disincentivare queste operazioni. La Tobin Tax così come fu concepita si concentrava sugli scambi di valuta.

La tassazione delle transazioni finanziarie che invece si vorrebbe applicare in Europa si applica a chi opera sui mercati finanziari. Rimarrebbero quindi esclusi pagamenti per beni, servizi e prestazioni lavorative all’estero. Nonostante il Premio Nobel per l’Economia ricevuto nel 1981, l’economista ha provato vanamente per decenni a convincere governanti e istituzioni della bontà della proposta, ma dopo infinite discussioni non si è mai arrivati a una concretizzazione su scala globale del suo progetto.

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