Intervista a Susanna Orrù, neo-assessore "sociale" a Cagliari
Intervista a Susanna Orrù, neo-assessore "sociale" a Cagliari

Susanna Orrù è il nuovo Assessore delle Politiche sociali del Comune di Cagliari, recentemente eletta a seguito della vittoria elettorale del centro-sinistra e del Sindaco Massimo Zedda. La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato.

Assessore Orrù, congratulazioni per la sua elezione. Come ha vissuto l’assegnazione di questo importante incarico ?

In prima battuta con sorpresa. Massimo Zedda, infatti, nella composizione della Giunta ha agito in autonomia e mantenendo la necessaria riservatezza sulle scelte. Ho saputo del mio coinvolgimento solo qualche giorno prima della proclamazione.

Naturalmente con soddisfazione, per il riconoscimento della mia professionalità e del mio impegno in politica, che condivido per larga parte con il Sindaco. Soddisfazione che ho voluto subito condividere con i miei compagni di partito, perché ritengo che il mio nome vada aldilà della mia persona, nel senso che rappresenta l’impegno del Circolo “Sergio Atzeni” di Sel nel corso della campagna elettorale.

Insieme alla soddisfazione è subentrato un senso di preoccupazione, per la grande responsabilità che da quel giorno ho assunto. Responsabilità nei confronti della città e dei cittadini in primo luogo, nei confronti del Sindaco e nei confronti del mio partito, SEL, che da sola rappresento nell’organo amministrativo della città.

Infine ho avvertito la consapevolezza di dover lavorare duro e di condividere nella maniera più larga possibile scelte, progetti e decisioni.

Quali sono le sue prime impressioni, a due mesi dalle elezioni che hanno condotto Cagliari a cambiare maggioranza e Sindaco ?

Cagliari ha bisogno di futuro. I cittadini, in questa situazione di crisi, vivono come in un limbo, in attesa di qualcosa che rischia di non arrivare. Ho avuto l’impressione che negli ultimi anni le classi dirigenti locali si siano sedute, come incapaci di imprimere una direzione, se non altro per accompagnare la crisi ed attenuarne gli effetti. Nessun provvedimento anticiclico, nessuna operazione di fiducia, nessun investimento sul tema delle relazioni sociali. La destra ha spesso vinto le tornate elettorali puntando sulla paura del futuro.

Credo che la proposta politica uscita vincente dalle urne contenga al contrario una visione, una prospettiva, un vero e proprio cambio di marcia. Oggi dal mio punto di vista non è più tempo di assecondare i movimenti inerziali.

Naturalmente questo ha innestato nella cittadinanza entusiasmo, attesa, desiderio di cambiamento e pone una ulteriore responsabilità all’amministrazione Zedda, che non può tradire questo grande patrimonio di energia e di valori.

Un Assessore che l’ha preceduta, Angelo Vargiu, teneva a qualificare questo assessorato come delle Politiche sociali e non solamente dei servizi sociali.

Mi trovo molto d’accordo. Dobbiamo uscire da una visione esclusivamente assistenzialistica. Sono fortemente convinta che bisogna costantemente coltivare l’ambizione di sottrarre spazi al degrado e alla marginalità. I servizi sociali rappresentano soltanto una componente del lavoro dell’Assessorato. E anche questi vanno orientati e calibrati in una logica di massima attenzione e di rispetto della persona. Il problema non è quello di erogare servizi, ovviamente di alta qualità, ma di inserirli sempre in un ambito di pertinenza che dia molto peso al tema dell’integrazione, del benessere delle famiglie che vivono situazioni di disagio e che tuteli la dignità.

Ma gli interventi di assistenza, che pur sono necessari, non possono bastare. Bisogna al contrario lavorare sulla componente della responsabilità e sul quella delle pari opportunità. So quanto questo sia più complesso e quale e quanto lavoro di attenzione quotidiana comporti, perché devi costantemente avere la capacità di leggere e interpretare la domanda sociale nella sua singolarità.

Responsabilizzare le persone, dicevo, e da questo punto di vista c’è anche un lavoro di tipo culturale da portare avanti. Mi è capitato di confrontarmi con chi voleva contributi in denaro, abitudine sembra abbastanza consolidata, salvo poi scoprire che quegli stessi soldi servivano anche a mantenere un tenore di vita “sproporzionato”; in questi casi l’assessorato deve dire no, naturalmente con la capacità mia e della squadra di assistenti sociali di valutare di volta in volta ciascuna situazione. Bisogna anche essere capaci di rinunciare a pezzi piccoli e grandi del nostro benessere. E questo ritengo valga sul piano più generale della sostenibilità dei nostri stili di vita.

Naturalmente non si può pretendere responsabilità se non si costruisce un sistema vero e funzionante di pari opportunità. In tal senso trovo indispensabile dare un taglio decisamente sociale a questioni come lo sport, le politiche abitative e le politiche attive del lavoro. Dobbiamo essere capaci di offrire a tutti i ragazzi la possibilità di praticare uno sport, per la sua dimensione educativa e relazionale, in grado di consolidare l’autonomia e la responsabilità individuale; dobbiamo essere in grado di dare uno spazio abitativo dignitoso a chi oggi, e sono in tantissimi, non ha sufficienti risorse, in cambio di un atteggiamento rispettoso e di cura nei confronti della città e dei quartieri. Bisogna costruire occasioni di lavoro fuoriuscendo ad esempio dalla logica sino ad oggi imperante nella gestione del de minimis: non possiamo finanziare bar e locali di intrattenimento al di fuori di una capacità di leggere i contesti. Gli aiuti per il lavoro vanno gestiti per quartieri, tenendo conto delle capacità economiche dei potenziali beneficiari, evitando così di supportare chi di quel supporto non ha alcuna necessità, e canalizzando le risorse a partire da valutazioni analitiche di contesto.

In sintesi, vorrei rappresentare il mio pensiero con una formula matematica: Responsabilità + Opportunità = Valorizzazione della persona.

SEL, la formazione politica da cui lei proviene, ha contribuito al confronto ed alla stessa campagna elettorale con una articolata proposta dedicata alle politiche sociali, chiedendo una radicale innovazione all’insegna della pianificazione, della partecipazione e della trasparenza.  In via preliminare,  in che modo lei si considera impegnata a tener conto di quelle proposte ?

L’esperienza che lei cita ha avuto il grande merito di andare oltre i confini di SEL. Associazioni, cittadini, addetti ai lavori hanno contribuito con passione ed esperienza a costruire quello splendido luogo di confronto e di dialogo. Credo che sia stata una bella prova, dimostrando che il progetto di SEL e di Nichi Vendola, di superare i confini ideologici senza rinunciare a costruire da Sinistra un’ipotesi di società, non solo è possibile, ma io ritengo assolutamente necessario.

Ho preso direttamente parte a quell’elaborazione straordinaria; è stata per me occasione di crescita sul tema e di costruzione di relazioni con il mondo locale del sociale.

Pianificazione, partecipazione e trasparenza rappresentano il cuore del mio agire, costituiranno la bussola nel medio termine, perché sono assolutamente convinta della correttezza dell’impostazione che in quella sede si è costruita.

Vuole descriverci gli obiettivi che si propone di raggiungere ?

Le nostre società sono in continua trasformazione e credo possiamo assumere la metamorfosi come metafora del nostro vivere associato. Le diversità, di cultura, di generi, di etnie, di condizione psicofisica, di religione, sono un connotato di fondo delle nostre città e costituiscono una vera e propria fonte di ricchezza, umana, sociale, economica e antropologica più in generale. La sfida vera è quella di accompagnare i processi di cambiamento per vincere la paura dell’instabile, del continuamente diverso, per sradicare da ciascuno di noi il terrore, spesso legittimo, di ritrovarsi costantemente in un ecosistema nuovo, per scongiurare il rischio della liquidità. Sul tema delle Politiche Sociali dobbiamo procedere ad un vero salto di paradigma: dalla tolleranza alla valorizzazione, per dirla con uno slogan.

Per procedere con degli esempi dobbiamo convincerci che gli immigrati sono oggettivamente una ricchezza economica e culturale, e non soltanto perché con il loro contributo sostengono in maniera decisiva il nostro sistema previdenziale, ma anche e soprattutto perché innescano il continuo processo di rinnovamento anagrafico assolutamente essenziale; che i diversamente abili portano in dote sensibilità che vanno portate a valore in una società che premia in modo sempre crescente il fattore conoscenza dell’uomo rispetto alla sua mera forza lavoro fisica; recuperare il rapporto intergenerazionale, dai bambini ai nonni, insieme nelle piazze, nelle scuole,  un rapporto di comunicazione di saperi che diventa un’arma formidabile per fronteggiare il senso di solitudine dell’individuo moderno; e riconoscere e tutelare sotto il profilo dei diritti le forme d’amore significa aggiungere e non togliere, elevare il tasso medio di appartenenza e di partecipazione.

Gli obiettivi, aldilà delle continue emergenze cui siamo sottoposti, sono tanti e voglio coltivare l’ambizione di perseguirli tutti nell’interesse della città.

1. C’è un grande lavoro organizzativo da portare a compimento sulla macchina interna dell’Assessorato. Ho trovato persone straordinarie dotate di una grande professionalità, senso del dovere e di attaccamento al proprio lavoro. Ho l’impressione che non vi sia stato nel recente passato un grande coinvolgimento di questo patrimonio.

2. La trasparenza come elemento essenziale per recuperare una relazione di fiducia tra il momento della discussione partecipata, il momento della decisione e il momento dell’operatività. Le nuove tecnologie facilitano tali processi.

3.  Partecipazione, dalle risorse interne dell’Assessorato, agli addetti ai lavori del mondo del volontariato e del terzo settore, dai beneficiari alle famiglie, per coinvolgere insomma quanta più cittadinanza, nelle scelte e nelle fasi di controllo.

4.  Riattivazione del PLUS.

5.  Per citare alcune iniziative specifiche vorremmo costruire la Casa delle Associazioni, un Incubatore dell’imprenditoria  sociale, così come intendo affrontare il tema dei diritti e dell’anagrafe delle Unioni Civili, affermare con forza il diritto di culto per tutti offrendo spazi adeguati ai migranti; voglio pensare ad una città capace di sorridere e coltivare una socialità consapevole nei suoi abitanti, vecchi e nuovi, stanziali e transitori.

6. Fund raising: la crisi finanziaria degli EE.LL., destinata ad aggravarsi per effetto della finanziaria recentemente approvata, impone un grande lavoro di raccolta di risorse ulteriori, e su questo non possiamo permetterci alcuna distrazione. Ho già attivato “sentinelle” e stiamo già lavorando su qualche ipotesi.

7.  Vorrei lanciare l’idea di un Patto di Comunità per il Sociale, capace di responsabilizzare sulle problematiche emergenti della città anche i ceti produttivi.

A riguardo della pianificazione delle politiche sociali,  la Giunta precedente aveva scelto di fuoriuscire sostanzialmente dal PLUS, il metodo di pianificazione sociale  introdotto con la legge regionale sulle politiche sociali. Qual è la sua posizione in tema ? Sono stati già compiuti dei passi nel rapporto con la Provincia e la ASL ?

Ritengo assolutamente essenziale procedere con il tavolo di confronto per il PLUS. Ho già avviato i rapporti con la Provincia e l’ASL e per il prossimo 3 agosto è prevista la conferenza di Servizi. Ho trovato da parte della Provincia e dell’ASL una grande disponibilità a collaborare col Comune e a condividere risorse ed esperienze nell’interesse della cittadinanza, e già nelle prime interlocuzioni ho avuto modo di apprezzare doti di grande competenza e di grande umanità. Sono molto ottimista sul lavoro e sulla rete che costruiremo.

Un altro nodo essenziale sarà quello della condivisione degli obiettivi e dei metodi di governo delle politiche sociali con la cittadinanza e con le organizzazioni sociali.  In che modo intende procedere nel confronto con il Terzo settore, con le Associazioni datoriali e con i Sindacati ? E, più in generale, nei confronti della cittadinanza?

Come detto, la partecipazione, il coinvolgimento nella pianificazione e la trasparenza per facilitare meccanismi di conoscenza delle procedure e quindi di controllo delle scelte e della spesa, sono un presupposto della mia azione politica ed amministrativa.

Pertanto intendo aprire verso l’esterno l’Assessorato, coinvolgendo in primo luogo la cosiddetta società intermedia: associazioni di volontariato, il variegato mondo del terzo settore, le rappresentanze dei lavoratori e delle categorie produttive.

In fase di elaborazione del programma è emersa l’idea di costruire la casa comunale delle associazioni.

Inoltre ho esperienze nel mondo sindacale e se non altro per ragioni di carattere culturale intendo avviare il tavolo di confronto con le associazioni datoriali e le rappresentanze del lavoro.

Naturalmente non sto parlando di concertazione larga come opzione teorica ma perché credo sia l’unico metodo possibile per sciogliere tanti nodi fondamentali: le pratiche ribassiste, il tema della congruità delle risorse”, il tema della tutela del lavoro nel settore sociale, così come quello spinoso degli affidamenti diretti. Tutte questioni che coinvolgono direttamente i soggetti citati anche su un piano legittimamente conflittuale, di tutela di interessi di parte.

La questione della trasparenza amministrativa e della legalità è decisiva agli occhi dell’opinione pubblica e dei vari portatori d’interesse.  Il tema degli appalti, tra gli altri, appare decisivo ai fini della qualità complessiva del sistema dei servizi alla persona, per i diritti dell’utenza nonché ai fini dell’occupabilità femminile e giovanile. Qual è il suo giudizio ?

Devo confessare che ho trovato una situazione complessa e al contempo poco strutturata: molti progetti senza un serio monitoraggio, un ricorso eccessivo all’istituto dell’affidamento diretto, totale assenza di sistemi di rilevazione della qualità dei servizi; e al contempo una marginalizzazione della “macchina interna”, professionalità mortificate e private di protagonismo. Quindi è mia intenzione limitare al necessario il meccanismo degli affidamenti diretti per mettere in piedi una procedura che sia trasparente e soggetta a verifica e monitoraggio; e d’altro canto mi sto muovendo per motivare, coinvolgere e valorizzare al meglio le risorse interne, persone straordinarie, esperte e con un profondo senso di responsabilità professionale.

Il tema degli appalti è decisivo, a maggior ragione in un ambito come quello delle Politiche Sociali. Dobbiamo assolutamente superare le logiche ribassiste e garantire da parte dei fornitori, già in sede di gara, l’assoluto rispetto delle norme contrattuali di lavoro, con molto rigore rispetto alle tipologie di personale specialistico che si richiede fattispecie per fattispecie.

Quali saranno le priorità dell’Assessorato per l’estate e, soprattutto per la ripresa autunnale ?

Mi sono trovata catapultata in una situazione di vera emergenza: bisogni e domande lasciate inevase durante il periodo elettorale che hanno richiesto e continuano a richiedere interventi immediati. Abbiamo garantito l’emergenza estate, attivando servizi per i soggetti più deboli e  attivando servizi per gli anziani, i disabili e i bambini.

Vorrei dedicare il mese di agosto ad un lavoro di approfondimento e studio, finalizzato alla profilazione di prime ipotesi strategiche di carattere più generale.

Va risolta l’annosa questione del campo ROM: ed in linea con i principi generali non si tratta soltanto di una ricostruzione del campo, ma un progetto che riesca a contemplare le diverse problematiche, sempre in una logica di inclusione e di integrazione, e di rispetto delle regole comuni.

Nel periodo autunnale avvierò un lavoro di assessment del personale dell’assessorato per ottimizzarne il funzionamento.

Voglio inoltre esitare attraverso un confronto serrato con i diversi attori in campo alcuni seri sistemi di monitoraggio e controllo implementando anche meccanismi di rilevazione sulla qualità percepita dei servizi dall’utenza e dalla cittadinanza.

Naturalmente priorità e linee strategiche saranno frutto di condivisione, il mio agire sarà improntato a facilitare la partecipazione che insieme alla trasparenza sono indispensabili per una buona programmazione degli interventi.

La ringraziamo e le auguriamo  buon lavoro !

A cura di Giorgio Pintus
redazione@legacoopsocialisardegna.it

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