Impresa responsabile fa rima con busines
Impresa responsabile fa rima con busines

Secondo uno studio presentato al Forum Csr Abi il management italiano si definisce convinto di quanto un’azienda attenta al benessere e alla sicurezza del personale sia più competitiva sul mercato. Segue …

Responsabilità sociale = più competitività. A formulare questa equazione – in base alla quale la capacità di prestare maggiore attenzione alle esigenze di benessere e sicurezza del personale rappresenta per un’impresa anche un forte elemento di competitività sul mercato – è stata la prima ricerca sul tema della gestione sostenibile delle risorse umane nelle aziende italiane realizzata dal Csr Manager Network e presentata, di recente, al Forum Csr Abi, a Roma. Lo studio è tanto più importante in quanto ha raccolto le opinioni dirette di un campione di manager e direttori del personale, registrando in merito un forte allineamento e un generale consenso nei giudizi.

Un nuovo approccio culturale all’impresa: luci e ombre. Se da uno stretto punto di vista culturale, l’affermazione di questo modello industriale sembra assodata – elemento di per sé già importante – la sua applicazione pratica resta, tuttavia, più complessa. Come è possibile, infatti, concretizzare nella realtà dei moduli organizzativi questi principi di sostenibilità nella gestione dei dipendenti? In questo caso le risposte degli interessati hanno segnalato maggiori perplessità.

Lo studio ha interrogato 48 Csr manager (acronimo di Corporate social responsibility manager, una figura professionale relativamente nuova e definibile quale "manager della sostenibilità", specializzato nella gestione delle problematiche socio-ambientali di un’impresa) e 41 Hr manager (ossia Human resource manager, il "classico" direttore del personale). Ebbene, se oltre l’80% di entrambe le categorie ha valutato la responsabilità sociale come elemento vincente – nelle sue accezioni di "benessere dei lavoratori", "conciliazione" e "occupabilità" -, resta tuttavia marcato lo scarto nella reale capacità di sapere integrare questo valore alla concreta progettazione organizzativa.

Un forte "scarto" tra teoria e pratica. Nessun dubbio sul presupposto di partenza: ovvero, i manager italiani si dicono fortemente convinti e consapevoli della necessità di prestare maggiore attenzione alle persone nella loro completezza (e, quindi, anche al di fuori del contesto lavorativo). Ma l’applicazione di tale principio lascia comunque emergere un’apparente sottostima per quanto riguarda la conseguente necessità di ripensare da questo punto di vista tutta la struttura aziendale, là dove la sostenibilità nella gestione delle risorse umane sembra necessario includere la stessa sin dall’attività di definizione dei ruoli del personale. E qui emergono, inoltre, notevoli divergenze tra le due figure professionali interrogate.

Mentre i Csr manager sembrano attribuire una maggiore rilevanza alle iniziative volte a favorire comportamenti di rispetto dell’ambiente naturale nei lavoratori, i direttori del personale sottolineano, invece, l’importanza delle iniziative connesse alle produttività. Se gli Hr manager manifestano, inoltre, una maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di supportare la prestazione del personale più anziano (che le riforme dei sistemi pensionistici in tutti gli stati industrializzati stanno incentivando/forzando a lavorare sempre più a lungo), i Csr manager prestano una differente attenzione ai temi connessi alle generazioni future e, quindi, agli aspetti intergenerazionali della gestione.

Responsabilità sociale: serve più integrazione nei modelli di management. Proprio in relazioni a tali discordanze, dunque, il Csr manager network suggerisce l’opportunità di un più intenso confronto tra le due categorie: in particolare, in merito alla possibilità che la sostenibilità possa divenire oggetto di valutazione nei processi di selezione e al ruolo che potrà avere il Csr manager nello sviluppo di tale integrazione (attualmente emerge, invece, che tale sinergia è limitata in prevalenza alle iniziative dei singoli manager, piuttosto che su processi/organismi che prevedono tale attività in modo formale).

Al di là di tale incertezze, però – evidenzia la studio – la crescente attenzione su questi temi da parte dei direttori del personale fa ben sperare, suggerendo la possibilità che la collaborazione con i Csr manager possa intensificarsi nel prossimo futuro e favorire una crescente affermazione della sostenibilità tra i principi di gestione delle risorse umane. "La ricerca ha mostrato un forte allineamento tra direttori del personale e Csr manager e l’esistenza di un terreno fertile di collaborazione per il prossimo futuro", ha dichiarato Caterina Torcia, presidente del Csr manager network, "Il dibattito è aperto, ma è realistico attendersi che le aziende più sostenibili saranno anche quelle più attente al benessere dei lavoratori e il Csr manager può svolgere un ruolo importante per una concreta integrazione della sostenibilità nell’organizzazione e nell’operatività aziendale promuovendo innanzitutto la condivisione degli obiettivi".

www.inail.it

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