Errani: con questo federalismo meno servizi e più tasse
Errani: con questo federalismo meno servizi e più tasse

Marco Errani (Presidente Conferenza Stato-Regioni): «Anch’io voglio il federalismo, ma bisogna che questo albero non nasca storto. Se non si ripristinano le risorse, i cittadini avranno meno servizi e più tasse, anche al nord».

Così il presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, in un’intervista al quotidiano "Il Riformista" a firma di Alessandro Agostinelli, dopo la discussione, nella Commissione bicamerale, sul fisco regionale e sui costi standard sanitari. «Questo decreto legislativo è vecchio, e stride ancora di più a fronte dei tagli pesantissimi che il governo ha fatto alle Regioni – racconta Vasco Errani – C’è un’incoerenza di fondo».

Il confronto non ha prodotto grandi risultati. Il Governo spinge sull’acceleratore della riforma federalista, con la Lega che incalza, ma poi toglie risorse e autonomia agli enti locali. Ti decreto milleproroghe è il massimo esempio di guazzabuglio centralista con balzelli indiscriminati (tassa sul biglietto del cinema), privilegi ad personam (aumento degli assessori al Comune di Roma), storno improprio di fondi (70 milioni di curo dalla sanità agli enti lirici) e altri provvedimenti incongrui. «Questo decreto legislativo è vecchio, e stride ancora di più a fronte dei tagli pesantissimi che il governo ha fatto alle Regioni – racconta Vasco Errani – C’è un’incoerenza di fondo». Errani guida l’Emilia-Romagna ed è presidente della Conferenza delle Regioni, cioè l’attore principale nel confronto col governo, e dalle sue parole si comprende quanto i proclami sul federalismo, come panacea di tutti i mali, facciano a pugni con un rapporto equilibrato e coerente tra Stato e enti territoriali.

Presidente, c’è davvero questo scontro tra riforma federalista e provvedimenti centralisti come il milleproroghe? 

Così non si va avanti. Per esempio sulle alluvioni e le calamità naturali degli ultimi mesi, che hanno colpito Veneto, Toscana e Liguria, il governo dice di finanziare i risarcimenti, ma i soldi vanno presi dalle stesse Regioni e dai fondi Fas. Allora dove sta la relazione federale? E sulle prossime calamità si dice di mettere altre tasse. Ma le tasse non dovevano diminuire? Altro esempio: a fine 2010 il governo si è impegnato a sostenere il trasporto pubblico locale. Hanno promesso oltre 400 milioni di curo per questo comparto. Dove sono spariti quei soldi? 


Il governatore Cota dice di avere fiducia. Quei soldi arriveranno… 

Ormai non bastano le promesse. I servizi ai cittadini non si forniscono con le parole, servono atti concreti. I1 trasporto pubblico locale interessa pendolari, anziani, studenti. Sono interi pezzi della nostra società. Le Regioni non possono vivere continuamente basandosi sul fatalismo, o sulle previsioni ottimistiche. Per governare serve razionalità. 


Dobbiamo fare i conti con la crisi economica e col disavanzo pubblico dello Stato. Il governo ha ridotto, da luglio scorso, trasferimenti per 4,5 miliardi di curo a Regioni, Province e Comuni…
 

Il problema sta proprio qui. A luglio Tremonti ha operato tagli lineari fortissimi, senza un criterio di scelta o di merito. Oggi, con risorse insufficienti per le Regioni, ci chiedono di corrispondere maggiori servizi. Non solo, col milleproroghe il governo avanza ulteriori tassazioni. Allora, o si ristabiliscono le risorse a prima del taglio dell’estate 2010 o il federalismo fiscale non sta in piedi: ci sono già contraddizioni tra fisco municipale e competenze regionali. Allora, chiacchiere e opinioni sono inutili. Anch’io voglio il federalismo, ma bisogna che questo albero non nasca storto. 

Sembra che i Comuni della sua Regione siano privilegiati dai federalismo fiscale. A quanto ammonta la riduzione nel vostro bilancio regionale e in quali settori sarete costretti a tagliare? 

La riduzione complessiva per l’Emilia-Romagna sarà di 300 milioni di curo all’anno: un taglio dal peso sociale rilevantissimo. Siamo costretti a ridurre servizi ai bus urbani ed extraurbani, all’ambiente e all’agricoltura. Sul federalismo municipale si può dire che anche al Nord, per avere gli attuali servizi, si dovranno pagare più tasse. 

La gestione della spesa sanitaria è la voce più importante dei bilanci regionali. Cosa succederà in questo settore così sensibile per i cittadini? 

Si devono determinare costi, livelli di assistenza e prestazioni. Dall’incrocio di questi elementi si costruisce il fabbisogno per ciascuna Regione. Questo mi interessa per il federalismo fiscale. Non si può partire col federalismo e poi l’autonomia va a ramengo perché i tagli del governo determinano costi e risorse a prescindere dal fabbisogno. Che federalismo è mai questo! A oggi non sappiamo ancora chi deve fare cosa e con quali risorse, e dove sta riducendo la spesa lo Stato centrale.

Approfondimenti su:

www.presidenterrani.it
www.statoregioni.it
www.regioni.it

 

 

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