Chi vince e chi perde con la riforma sanitaria
Chi vince e chi perde con la riforma sanitaria

Negli Stati Uniti dopo settimane di discussione, all’una di notte di lunedì, il senato ha approvato la riforma sanitaria con 60 voti a favore e 40 contrari.

Si tratta di un grande passo in avanti per il progetto di legge su cui l’amministrazione Obama ha investito gran parte della sua credibilità. La nuova legge dovrebbe garantire una copertura sanitaria di base a 61 milioni di statunitensi privi di assicurazione.

Paul Krugman sul New York Times ha accolto il risultato con entusiasmo: “Ci sono voluti anni, se non decenni, per arrivare a questo progetto di legge, e la sua approvazione in senato è un importante risultato”. Anche se è discutibile la procedura secondo la quale è necessario avere almeno sessanta voti in senato per far passare una legge.

“Dopo tutto i democratici hanno vinto le elezioni con un grande vantaggio: in qualsiasi altra democrazia questo avrebbe dato loro il mandato di approvare cambiamenti anche più importanti di questi. Ma nel nostro sistema, anche se non c’è scritto sulla costituzione, è necessario avere almeno 60 voti per fare passare una legge. Questa regola dà un potere enorme a una piccola parte di senatori e ha rischiato di portare al collasso il nostro sistema politico”, continua Krugman.

Gli oppositori della legge sostengono che gli interessi delle case farmaceutice e delle assicurazioni sanitarie abbiano giocato un ruolo molto importante. Il Chicago Tribune, per esempio, ha pubblicato un’inchiesta in cui si afferma che 13 ex parlamentari e 166 funzionari sono stati coinvolti in un’attività di lobbying per far approvare la legge. Le compagnie farmaceutiche e assicurative, che sono tra le più potenti negli Stati Uniti, hanno speso almeno 635 milioni di dollari per questa operazione.

“Per alcuni sono stati soldi spesi bene”, scrive l’Huffington Post, “visto che sono serviti a far approvare una legge che costringerà le persone a comprare un pacchetto assicurativo in un mercato in cui è azzerata la competizione. In questo modo viene garantito dalla legge il finanziamento pubblico delle aziende private. Questa soluzione, dopo un anno di governo dell’amministrazione Obama, è diventata un’abitudine”.

Ma anche se la riforma non è perfetta, tra i democratici molti sono soddisfatti. Per esempio la vedova di Ted Kennedy, Victoria Reggie, che ricorda che con la riforma il 94 per cento degli americani avrà un’assistenza sanitaria. E sempre il Washington Post appoggia Obama perché finora “c’era un sistema in cui gli americani finivano in bancarotta per pagare dottori e ospedali che li tenessero in vita. Quando c’è l’occasione di cambiare tutto questo, è bene coglierla al volo. Anche se è una vittoria amara”.

 

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