Beni confiscati non ridiamoli alla mafia
Beni confiscati non ridiamoli alla mafia

Non è una legge qualsiasi. Qualcuno è morto per conquistarla. Pio La Torre voleva le norme sulla confisca dei beni ai mafiosi e Cosa Nostra lo ammazzò.

Con questo omicidio i boss tentarono di bloccare le leggi che dettero il via ad una nuova stagione della lotta alla criminalitá organizzata. Da quel momento la prima preoccupazione dei mafiosi fu di escogitare sempre nuovi modi per nascondere le proprie ricchezze dietro facce e societá apparentemente pulite. 
Negli anni si sono affinate le capacitá delle forze di polizia e della magistratura per rintracciare l origine dei soldi sporchi, ed anche la societá civile è stata capace di diventare protagonista di questa battaglia: prima raccogliendo le firme per la legge che prevedeva che i beni fossero riutilizzati anche per fini sociali, poi costruendo tanti progetti che hanno reso evidente che i beni tolti alle mafie potevano trasformarsi in ricchezza per i territori sotto la schiavitù delle mafie. È questo quello che il Governo e la maggioranza di centrodestra vogliono cancellare con un emendamento che consentirá la vendita dei beni dopo soli 90 giorni dalla confisca. Si vuole distruggere lo strumento principale con il quale lo Stato e i cittadini possono infliggere una sconfitta duratura alle mafie: perché i capi arrestati si possono sostituire, ma il simbolo della vittoria dello Stato e delle scelte libere dei cittadini rappresentato dai beni riutilizzati non può essere cancellato. Se si lega questo con la possibilitá di far rientrare soldi sporchi grazie allo scudo fiscale, si coglie a pieno la gravitá del favore che si vuole fare alle mafie. Non è vero che così si raccoglieranno soldi da destinare alla sicurezza ed alla giustizia, perché la maggior parte serviranno a pagare le ipoteche accese dai mafiosi con le banche. Non è vero che si riuscirá ad evitare la vendita a prestanomi dei mafiosi: quale privato cittadino onesto potrebbe partecipare ad un asta per comprare una palazzina appartenuta ad un boss e sperare di non subire ritorsioni! Non è vero che i beni che andranno all asta non li vuole nessuno: è così perché i mafiosi li hanno distrutti e lo Stato non ha stanziato risorse sufficenti per renderli funzionanti. Per questo in aula alla Camera ed in Commissione Antimafia ci batteremo per fare cambiare idea al Governo, per cancellare la possibilitá di vendere all asta i beni grazie ad un emendamento sottoscritto anche da parlamentari della maggioranza, per recuperare soldi per la sicurezza e la giustizia eliminando il Ministero dell Economia dalla possibilitá di accedere ad un terzo delle risorse del fondo Equitalia Giustizia, per utilizzare una parte di questi soldi per ristrutturare i beni confiscati prima di destinarli e per creare una Agenzia Nazionale per i beni confiscati che migliori sempre più l azione dello Stato in questo campo.

www.unita.it


 

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