Assessorato al Lavoro: costituito fondo di garanzia etica
Assessorato al Lavoro: costituito fondo di garanzia etica

L’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, ha presentato la proposta di costituzione del Fondo di garanzia etica.

Secondo quanto previsto dalla Finanziaria 2009, nella seduta di oggi la Giunta ha stanziato tre milioni di euro a favore delle fasce sociali più deboli, sottoposte a indebitamento insostenibile per la sopravvenuta onerosità di prestiti contratti dalle persone cosiddette "non bancabili", che mai otterrebbero un finanziamento da un istituto di credito. 

"L’intervento, riconducibile alle misure di finanza etica, non è una generica forma di beneficenza – sottolinea l’assessore Manca -, bensì una proposta concreta della Regione per dare risposte immediate ai problemi dei cittadini più deboli e indifesi. Grazie al Fondo di garanzia etica sarà possibile finanziare anche progetti di promozione dello sviluppo e del territorio. Il microcredito porrà al centro dell’intervento la persona, non a caso è stato concepito come uno strumento di lotta alla povertà e all’esclusione sociale". 

L’Assessorato del Lavoro dovrà fissare i criteri e le modalità di gestione del Fondo, e attivare le procedure di evidenza pubblica per l’individuazione del soggetto attuatore (una cooperativa sociale o un’istituzione Onlus) e dell’istituto di credito esecutore dell’intervento: con essi, la Regione stipulerà un protocollo d’intesa che preveda, tra le altre cose, le modalità di erogazione del prestito, l’importo massimo finanziabile, il tasso d’interesse, la durata e le modalità di restituzione del prestito. 

Tra i possibili beneficiari figurano anche tutte quelle persone portatrici di progetti d’investimento e di capacità imprenditoriale che, al momento della domanda di accesso al microcredito, non riescano ad esprimere il loro potenziale. Ad esse sarà destinato il 40 per cento del Fondo (un milione 200mila euro), mentre il restante 60 per cento (un milione 800mila euro) sarà riservato al sostegno di persone e famiglie che si trovano in gravi situazioni di bisogno. In particolare si fa riferimento a quanti abbiano perduto ogni reddito da lavoro dipendente (licenziamento, cassa integrazione, mobilità) o autonomo (chiusura dell’attività); coloro che, in conseguenza di malattia o disabilità riconosciuta dall’Inps, non abbiano più un reddito; persone e famiglie in gravi difficoltà finanziarie, che abbiano almeno un familiare iscritto alla scuola primaria o secondaria, oppure a un corso universitario.

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