Arriva il decreto che affossa la green economy
Arriva il decreto che affossa la green economy

Il Governo si prepara a varare un provvedimento che taglia drasticamente gli incentivi per le rinnovabili. Protestano le associazioni ambientaliste e i produttori: è una pietra tombale sul settore. Si parla anche di migliaia di posti di lavoro a rischio.

Il Governo ha dichiarato guerra alla green economy. Ne sono convinte associazioni come Legambiente, Greenpeace, Wwf e molte altre che lunedì 28 febbraio hanno manifestato tutta la loro preoccupazione davanti al ministero dello Sviluppo Economico. Giovedì, infatti, il consiglio dei ministri si appresta a varare il decreto legge sulle energie rinnovabili che rischia concretamente di affossare l’intero settore. 

Il decreto prevede, oltre al già noto taglio agli incentivi all’eolico nella misura di circa il 30% (e con effetto retroattivo anche sui finanziamenti già concessi), anche un durissimo colpo al solare. Qui gli incentivi verrebbero ‘tagliati’ a decorrere dal 1 gennaio 2014, o al raggiungimento del ‘limite’ fissato in 8.000 Megawatt. Una potenza a suo tempo ipotizzata per il 2020, ma che secondo i dati del Gestore dei servizi energetici (Gse) verrà raggiunta in realtà nel giro dei prossimi mesi.

Facile capire la gravità delle conseguenze di un simile provvedimento. Infatti, le banche inizierebbero fin da subito a non erogare più finanziamenti e il settore si troverebbere di punto in bianco praticamente fermo. 

"Ormai è chiaro: il governo Berlusconi ha deciso di cancellare il settore delle energie rinnovabili e del fotovoltaico", è il commento del presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo il quale con il decreto legislativo "si rischia di mettere la pietra tombale su un settore, quello della green economy e delle rinnovabili, fondamentale per il futuro del paese, mettendo a rischio più di 120 mila occupati ed investimenti già effettuati per oltre 8 miliardi di euro".

Il ministro Romani invece giustifica la scelta con la necessità di interrompere un meccanismo di incentivazione all’energia rinnovabile che "è costato 20 miliardi di euro tra il 2009 e il 2010 agli italiani, in cambio del 4,5% di energia prodotta". 

Ma secondo le associazioni ambientaliste e dei produttori di energia rinnovabile la realtà è tutt’altra e dietro alle scelte del governo si nasconde la volontà di dare un "colpo mortale" al settore delle rinnovabili per poi "tornare al nucleare". Le associazioni parlano di uno ‘tsumani normativo’ che segue l’attivazione della "macchina del fango" contro il settore delle energie pulite, che dà lavoro a oltre 100mila persone, 29mila solo nel settore dell’eolico italiano. Industria tricolore che – ironia della sorte – proprio adesso sta iniziando ad esportare. 

Fonte: www.rassegna.it

Approfondimenti su:

www.legambiente.it
www.greenpeace.org
www.wwf.it
www.sviluppoeconomico.gov.it

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